Questa lussuosa edizione miniata delle Noctes Acticae di Aulo Gellio nasce per una committenza cli cui purtroppo non siamo in grado di indicare il nome. Lo stemma, che compare entro un serto di alloro tra due atletici putti a f. 91r nel bas de page, miniato con una bordura a racemi di schietto sapore ferrarese, non è stato ancora identificato. Il manoscritto forse appartenne a un medico o a un fisico. Molte note a margine del testo glossano termini tecnici e scientifici. Anche la scelta di quest’opera del Gellio, ricchissima di informazioni sul sapere filosofico e scientifico degli antichi, sembra proprio rispondere alla curiosità intellettuale di un uomo di scienza. Sappiamo che Guarino da Verona ne possedeva una copia, dalla quale forse deriva l’edizione del nostro codice, e lo stesso Angelo Decembrio lo prende a modello per il suo De politia litteraria. Dalla lettura ciel colophon (f. 419v) risulta che il copista, anch’esso anonimo, ha terminato il suo lavoro a Bologna nel 1448, “indictione undecima. pridie calendas julii”, ovvero il 30 giugno.
Il miniatore è Guglielmo Giraldi, che orgogliosamente lascia la sua firma a margine della miniatura di f. 90v: GVL D F P, Gulielmus de Ferraria pinxit. Qui si apre una grandiosa veduta urbana, limpidamente descritta nelle sue linee prospettiche con edifici disposti ordinatamente quasi a costruire una scena da teatro: una piazza che accoglie al centro gli attori, una via centrale che si apre tra due quinte architettoniche e ci accompagna fino al castello che si intravede sulla collina, il molo a sinistra con le sue barche. Il miniatore ha immaginato la città di Atene dove si svolge la dotta assemblea, anche se questa città – quasi ‘albertiana’ nelle sue forme – rievoca il modello della città ideale con un omaggio a Venezia attraverso la citazione delle due colonne sul molo con le statue cli un giovane e cli un leone, tra le sue zampe un cartiglio con la scritta Civitas Athena(rum). Nella descrizione di questa città, razionalmente definita nei suoi spazi, non mancano però accenti gotici come nell’edificio che si affaccia sul mare con quel curioso protiro a leoni stilofori e una cupola nascosta dall’alto timpano.