Il visitatore della Pinacoteca Ambrosiana che dopo aver ammirato la celebre Canestra di Caravaggio ed aver sostato a lungo affascinato dal cartone della Scuola di Atene di Raffaello si dirige verso la Sala dei Fiamminghi è come sorpreso e quasi costretto a fermarsi da un quadro pieno di luce e di grazia, il Presepe di Federico Fiori detto il Barocci (1528 circa – 1612).
È il Bambino – luce che splende nelle tenebre – a illuminare tutta la scena. Dal suo splendore è completamente investita Maria, la tota pulchra, la tutta luce, non toccata da alcuna ombra del male. Più in là Giuseppe invita i pastori ad entrare accennando al Bambino: è a lui che devono rivolgersi se vogliono gioire di quella luce.
Nessuno deve esserne escluso; nemmeno, sembra, il mondo animale, in particolare il bue in primo piano che guarda il Bambino (e Maria) quasi cosciente del privilegio che gli è toccato. Tutto il creato gode del Suo splendore e lo rivela.
Ecco l’augurio: avviciniamoci a Lui in questi giorni, il più possibile, e tutta la nostra vita ne sia illuminata.
Monsignor Marco Ballarini, Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana