Nel X capitolo del Secondo Libro del De pictura sacra, scritto nel 1624, il cardinale Borromeo scrive: “Tutti questi sentimenti, egregiamente espressi in una tavoletta di cera, si vedono tra le statue e i quadri della nostra Biblioteca, uno dei quali dimostra in altrettante scene la disperazione dei dannati, il lutto del Purgatorio e il gaudio del Paradiso”. Le tre piccole sculture sono eseguite con grande naturalismo: si noti in particolare il volto sconvolto del dannato.