ARTE E CIBO

Centrale nella raffigurazione dell’Ultima cena – e quindi nella tradizione iconografica dei Cenacoli – e in generale nelle scene di cene evangeliche, che hanno nel Veronese uno dei massimi interpreti, il cibo occupa sempre più spazio nelle raffigurazioni artistiche a partire dal Cinquecento, quando vanno affermandosi le scene di cucina. Ne troviamo testimonianza nella Bottega del macellaio di Annibale Carracci, nei dipinti di Vincenzo Campi, oggi alla Pinacoteca di Brera, o ancora nel genere del bodegon spagnolo, vero e proprio anticipatore della natura morta, che si affermerà come genere autonomo della pittura nel corso del Seicento. È proprio nel genere della natura morta che il cibo acquista un ruolo centrale, caricandosi di volta in volta di valenze simboliche, perlopiù associate al tema della vanitas. Esemplari in tal caso sono i dipinti prodotti dalla pittura olandese del Seicento, nella quale si afferma anche la fortunata iconografia della scena di taverna.

Nei secoli a seguire, mentre la natura morta conserva la sua fortuna grazie soprattutto a significativi interpreti come Manet, il cibo fa la sua comparsa nelle scene di picnic, a testimoniare una consuetudine cara agli Impressionisti, o diventa pretesto per sperimentazioni stilistiche come nel caso di Cézanne.

Durante la Connessione Culturale dal titolo “Arte e cibo” compiremo un viaggio nella storia dell’arte per analizzare l’evoluzione della rappresentazione dei prodotti alimentari nel corso dei secoli. Comprenderemo come l’arte ha sempre saputo testimoniare l’incidenza del cibo e della sua produzione nella vita dell’uomo e registrare prontamente le contaminazioni culturali e gastronomiche determinate dalle grandi esplorazioni e dagli scambi commerciali.

Al termine dell’incontro sarà possibile porre domande alla guida, scambiarsi idee e commenti, rendendo quest’esperienza virtuale un momento vivo e vivace di dibattito artistico.

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