Arrivano a Milano le opere pittoriche di Corrado Veneziano patrocinate dalla Presidenza della Repubblica Francese, sostenute dal Museo del Louvre ed esposte ad Amboise per le celebrazioni del 500mo anniversario della morte di Leonardo da Vinci.
Dopo l’inaugurazione ad Amboise, sotto l’Alto patrocinio del Presidente della Repubblica francese, e con il partenariato del Museo del Louvre, e dopo la mostra nell’Osservatorio astronomico di Firenze e nel Museo nazionale Ridola di Matera, arrivano all’Ambrosiana le tele leonardesche. La sua Pinacoteca, si sottolinea, conserva non solo opere di Raffaello, Caravaggio, Tiziano e dello stesso Leonardo, ma anche i Fogli originali del “Codice Atlantico”, a cui lo stesso Veneziano si è ispirato.
Le trenta opere, tutte a olio, mettono insieme, sovrapposte, alcune frasi, spesso da destra a sinistra, come nella stimolante abitudine leonardesca, e una serie di immagini disegnate da Leonardo nel suo celeberrimo “Codice Atlantico”. Parole e disegni, frasi e schizzi sono evocati, ripresi, estrapolati dalle pagine di Leonardo. Tutti sono poi sospesi in un azzurro-blu-celeste che di volta in volta è universo impenetrabile e moderno, cielo poeticamente spirituale, firmamento notturno e fiabesco.
Il blu è la cifra fondante delle opere: una molteplicità di macchie dorate, le stelle, ritma il cielo diventando fiocchi, fiori, puntini, comete. Mentre i disegni del Codice Atlantico restituiscono modernità e scientificità alle tele. Si tratta di ruote, archi, utensili da fabbro e da officina. Nonché di ponti, cannoni di artiglieria, dighe per incanalare corsi d’acqua. Si tratta, infine, di parole scritte come appunti e numeri di operazioni matematiche inconcluse, formule algebriche da sviscerare e rinsaldare.
E tutti questi segni (alfabetici, simbolici, numerali, alchemici), nel tappeto bluastro dello sfondo di Corrado Veneziano, si fanno oggetti metafisici, astratti e fantastici (biciclette? mongolfiere? ali meccaniche che sfidano il vento?), riconoscibili e allo stesso tempo fantastiche e fascinose. Tutte le immagini e le parole disegnate, comunque e in ogni caso, testimoniano il continuo lavorìo dell’uomo sulla terra; l’ostinazione e la forza nel cercare e perfezionare; la volontà di superare steccati tra tecnica, scienza e arte; il lucido desiderio – la “libertà” – nel sentirsi ideatori ed esecutori, ingranaggi, motori e arbitri di un ciclo inesauribile che nessuna stasi può rallentare e fermare.
Corrado Veneziano ha cominciato a dipingere, continuando una importante tradizione famigliare, sin da giovanissimo. Si è misurato inizialmente con l’attività teatrale, studiando al Piccolo Teatro di Milano e lavorando più volte come regista per la Biennale di Venezia. Anche con quella formativa, insegnando all’estero e, per molti anni, all’Accademia nazionale di Arte drammatica e attualmente nel Conservatorio Santa Cecilia di Roma, nonché con quella saggistica, pubblicando volumi su arte, espressività e comunicazione con importanti case editrici italiane e straniere. Ha poi approfondito in modo più ampio il suo percorso di studi, con una laurea in Lettere, e le specializzazioni in Filosofia, Storia, Lingua italiana, Lingua latina.
La sua prima mostra personale si è avuta nel 2013, presso la Ecos Gallery di via Giulia, a Roma, presentato da Achille Bonito Oliva e Marc Augé. Ha poi esposto, nel 2014, a Bruxelles, su invito dell’Ambasciata e dell’Istituto di cultura italiana, presentato da Derrick De Kerckhove; nel 2015 a Parigi, nell’Espace en Cours diretto da Julie Heintz; nel 2016 nella Galleria Comunale di San Pietroburgo Nevskij 8. Nel 2017, invece, è invitato ufficialmente dal Governo cinese nella Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Lanzhou. Sempre nel 2017, Corrado Veneziano si cimenta per la prima volta con installazioni artistiche. E una di queste vince con Paola Ricci il primo premio del concorso internazionale “Marine Litter Art”, bandito dalla Unione Europea e dalla Regione Sicilia.